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Le nuove linee guida INAIL per la Valutazione Stress Lavoro-Correlato


Il Rischio Stress Lavoro – Correlato e più in generale i rischi psico – sociali e organizzativi sono un rischio emergente nel mondo del lavoro. I lavoratori percepiscono questo rischio tra quelli maggiori per la propria salute e allo stesso tempo i danni prodotti dallo stress e dalle sue ricadute (a livello individuale e organizzativo) sono fonte di elevatissimi danni economici per le imprese.​​

L’attuale quadro normativo di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, costituito dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., ha specificamente individuato lo stress lavoro-correlato (SLC) come uno dei rischi oggetto di valutazione e di conseguente adeguata gestione, secondo i contenuti dell’Accordo quadro europeo dell’8 ottobre 2004, puntualmente richiamato dal decreto stesso. L’INAIL nel 2011 ha sviluppato una proposta metodologica per la valutazione e gestione del rischio SLC sostenibile, di facile utilizzo per le aziende, basata su approcci e procedure scientificamente fondati.

L’impatto della diffusione, in Italia, dell’obbligo di valutare il rischio stress lavoro correlato, nonché il generale accrescimento del livello di consapevolezza sull'importanza di una corretta gestione dello SLC in azienda, sono altresì evidenziati dai risultati dell’indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti ESEnER dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) che mostrano un cambiamento radicale dell’Italia nella gestione dei rischi psico-sociali: dal 2010 in cui si posizionava agli ultimi posti in Europa, al 2015 dove si collocava al di sopra della media europea (Eu-30), rispetto alla gestione di tale rischio e allo sviluppo di specifiche azioni preventive.

A distanza di 6 anni, alla fine del 2017, l’INAIL ha aggiornato le linee guida per la valutazione e gestione del rischio stress, anche alla luce dell’esperienza maturata.

La valutazione stress lavoro-correlato può svolgersi a vari livelli e con diversi strumenti. Le aziende sono tenute a valutare il rischio almeno in maniera preliminare, ma (e questa è una novità) è ora consigliato svolgere sempre la valutazione approfondita.

La valutazione del rischio prevede una fase propedeutica, con la costituzione di un gruppo di gestione (composto normalmente da Datore di Lavoro o suo delegato, RSPP, Medico Competente, RLS ed eventualmente HR e consulenti specializzati, come Psicologi e altri) che ha il compito di programmare, monitore e agevolare l’attuazione delle attività di valutazione e gestione del rischio attraverso: la pianificazione delle attività, informazione e coinvolgimento dei

lavoratori nel percorso, pianificazione degli interventi necessari a correggere o prevenire il rischio e messa a punto di un piano di monitoraggio del rischio.

L’indagine, nella fase preliminare consiste in un’analisi organizzativa dell’azienda e delle sue varie aree, che prende in considerazione il contesto del lavoro (inteso come l’ambiente del lavoro, in senso sia fisico che organizzativo) sia il contenuto del lavoro, specifico per le mansioni delle varie aree aziendali, che potenzialmente possono essere molto diverse tra loro. Vanno inoltre analizzati alcuni “indicatori”, definiti eventi sentinella, riferiti all’ultimo triennio (rotazione del personale, assenze, malattie, richieste di trasferimenti interne, segnalazioni formalizzate di disagio psico-sociale o denunce di mobbing, molestie malattie professionali etc., richieste di visite mediche straordinarie al Medico Competente) che devono essere calcolati statisticamente. L’analisi organizzativa di contenuto e contesto si svolge attraverso l’utilizzo di una lista di controllo proposta nella metodologia INAIL, che prevede una serie di domande che devono essere compilate dal gruppo di gestione con i rappresentanti del gruppo omogeneo: in questa fase è di cruciale importanza la professionalità di chi conduce il gruppo di gestione, che deve facilitare una discussione costruttiva, conoscere a fondo gli obiettivi dell’indagine e basare le risposte su evidenze che devono avere riferimenti oggettivi e documentabili.

Già questa fase di indagine, se condotta da adeguate professionalità, può fornire utili indicazioni all’azienda e fornire risultati quantificabili, che vanno a collocare i diversi gruppi omogenei in una fascia di rischio.

La Check-List è però solamente uno strumento e, pur usata con criterio e in maniera specifica per le varie aree dell’azienda, non è bastevole per assolvere quanto previsto dalle norme. Come per tutte le valutazioni dei rischi, risulta indispensabile e di cruciale importanza la metodologia utilizzata e in particolar modo la fase di pianificazione degli interventi, che deve essere sempre parte integrante del documento di valutazione dei rischi, quale che sia il risultato emerso nel corso della valutazione.

E’ poi consigliato dalle linee guida anche provvedere alla valutazione approfondita del rischi, la quale è che è comunque obbligatoria nel caso in cui le azioni correttive a seguito della valutazione preliminare non siano state efficaci. La valutazione approfondita, oltre a rilevare la percezione di contesto e contenuto dei lavoratori, consente di ottenere dati più strutturati per mettere in campo migliori azioni di sviluppo organizzativo e gestione del rischio, per aumentare il livello di coinvolgimento dei lavoratori e per raccogliere un loro feedback. Nel percorso metodologico INAIL, tale valutazione viene consigliata ad integrazione dei risultati della valutazione preliminare, in quanto essa rappresenta un prezioso momento informativo sulle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori e dell’organizzazione per una migliore definizione e caratterizzazione del rischio.

Per fare ciò esistono diversi strumenti, di tipo “quantitativo” (questionari che possono indagare varie dimensioni o interviste semi-strutturate) in grado di dare un output misurabile in termini numerici e strumenti di tipo “qualitativo”, (focus group) che possono consentire di valutare alcuni temi in maniera altamente specifica. Queste due tecniche possono essere alternative ma, eventualmente, anche complementari, consentendo di raccogliere una mole ed una specificità di informazioni tali da poter mettere in atto programmi di intervento mirati e realmente efficaci.

Gli interventi di miglioramento possono articolarsi in una gamma molto varia di azioni, spesso ad elevato valore aggiunto per l’azienda: attività di sviluppo organizzativo, miglioramento dei flussi di comunicazione, miglioramento dell’engagement dei lavoratori, attività di tipo formativo, applicazione di regolamenti, codici di condotta, codici etici, sviluppo di Sistemi di Gestione e Modelli di Organizzazione e Gestione che tengano in debito conto l’elemento umano.

La valutazione e la gestione del rischio stress lavoro correlato, oltre ad avere ricadute positive sulla gestione del benessere organizzativo in azienda, se condotta da professionisti competenti, può anche apportare un valore aggiunto alla valutazione dei rischi, facendo si che tenga conto del fattore umano nell’organizzazione.

Target Fattore Umano è in grado di offrire alle aziende percorsi di Valutazione del Rischio perfettamente in linea con la nuova metodologia prevista dall’INAIL, eventualmente integrandola con strumenti evoluti per l’analisi organizzativa (come l’HR&O Analysis Tool® o il PIFs: Performance Influencing Factors Tool) e del clima aziendale (con l’utilizzo di questionari psicologici o di tecniche di indagine sul campo, mediante interviste e Focus Group).

Inoltre, grazie all’esperienza dei nostri professionisti, siamo in grado di progettare interventi di miglioramento e sviluppo organizzativo con obiettivi tangibili e misurabili nel tempo, a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e per lo sviluppo della produttività e competitività dell’azienda, in chiave sistemica e strategica con il focus centrato sul fattore umano

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