Il Focus Group
Nessuno di noi è intelligente quanto tutti noi messi insieme Ken Blanchard
Le nuove linee guida INAIL per la Valutazione del Rischio Stress – pubblicate alla fine del 2017 – hanno acceso l’interesse delle aziende sulla fase della valutazione approfondita del rischio e in particolare sullo strumento del “Focus Group”.
Infatti, il manuale INAIL per la Valutazione del Rischio Stress recita: “[...]In ragione della natura complessa e multifattoriale che caratterizza il rischio Stress Lavoro-Correlato, l’utilizzo di strumenti e modalità di valutazione differenti, tra cui anche una puntuale analisi della percezione dei lavoratori, costituisce un elemento chiave nell’identificazione del rischio stesso. Nel percorso metodologico INAIL, pertanto, si consiglia fortemente di prevedere in ogni caso la valutazione approfondita, in quanto rappresenta un prezioso momento informativo sulle condizioni di salute dei lavoratori e dell’organizzazione, utile a una migliore definizione e caratterizzazione del rischio in un’ottica di miglioramento continuo dell’azienda [...]”.
Inoltre, la Commissione per gli interpelli del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha chiarito che “[…] il datore di lavoro potrà utilizzare […] anche nella fase preliminare della valutazione del rischio da stress lavoro-correlato strumenti usualmente riservati alla valutazione approfondita, al fine di individuare con maggiore precisione gli interventi da adottare in concreto”

Ciò considerato, risulta evidente come la fase della valutazione approfondita del rischio non sia più da considerare uno step da mettere in atto solo nel caso in cui la valutazione preliminare ne manifesti l’esigenza, ma piuttosto un passaggio fondamentale del processo di valutazione e gestione del rischio. Si evince inoltre dal chiarimento della Commissione per gli interpelli che strumenti tipici della valutazione approfondita, come ad esempio le interviste semi-strutturate e i focus group, sono da considerarsi utili anche nella fase della valutazione preliminare, in quanto è attraverso questi strumenti che si possono individuare in maniera più specifica e funzionale non solo le eventuali fonti di disagio per i lavoratori e le problematiche organizzative, ma anche gli interventi di miglioramento da programmare.
Mentre i questionari e le interviste semi-strutturate sono strumenti dei quali anche i non addetti ai lavori riescono ad intuire funzionamento e scopo, molte aziende si trovano disorientate e curiose rispetto al focus group. Che cos’è il focus group? A cosa serve? Come si pianifica, si svolge e che risultati può dare?

Il focus group è una tecnica di ricerca psico-sociale, che ha iniziato a diffondersi negli anni ’40 del ‘900, che deve il suo successo al fatto di essere veloce ed efficace.
Si tratta di una tecnica di “analisi qualitativa”, che porta alla raccolta delle informazioni osservabili non in forma numerica, ma attraverso una serie di etichette o di classificazioni.
Tale tecnica prevede l’intervento di professionalità specializzate: normalmente si prevedono due figure esterne all’azienda, al fine di garantire la libertà di espressione da parte di tutti i partecipanti: un “moderatore”, che ha il compito di orientare la discussione sui temi proposti e moderarla, e un “osservatore”, che ha il compito di osservare e registrare quanto viene comunicato nel corso dell'incontro: le opinioni espresse dai singoli e dal gruppo, la frequenza con la quale vengono espresse, gli atteggiamenti, la comunicazione non verbale e le manifestazioni emotive.
E’ inoltre necessaria un’accurata preparazione che comprende: la definizione degli obiettivi, l’identificazione dei partecipanti (normalmente non meno di 5 e non più di 12), l’individuazione dei temi da indagare (ad esempio: i rapporti tra colleghi, con i superiori, l’organizzazione del lavoro, la percezione dei lavoratori sui sistemi d’incentivo, l’efficacia della comunicazione interna etc.), la preparazione di un ambiente adeguato nel quale tenere il focus group, la definizione della sua durata (normalmente da 1 ora a massimo 2 ore e mezza). Infine, va analizzato quanto emerso nella sessione e strutturato un report, in linea con gli obiettivi definiti inizialmente facendo uso di adeguati sistemi di comunicazione degli ouput.

I focus group nella fase di valutazione approfondita del rischio stress sono uno strumento di straordinaria utilità, in quanto consentono di approfondire l’interpretazione di eventuali risultati quantitativi (questionari) e definire con precisione le problematiche, indagando in maniera approfondita e precisa la percezione dei vari gruppi omogenei di lavoratori.
La tecnica del focus group può essere utilizzata anche per restituire i dati emersi dalla valutazione preliminare ai lavoratori, o per restituire e discutere i dati emersi da analisi quantitative mediante questionari specifici.
Ma soprattutto, la tecnica del focus group ha il pregio di consentire la raccolta di suggerimenti e proposte da parte dei lavoratori: ciò permette da un lato di responsabilizzare tutti i lavoratori a vari livelli, consentendo loro di sentirsi “protagonisti” del miglioramento continuo dei livelli di Benessere Organizzativo, aumentandone quindi l’engagement nella fase degli interventi di miglioramento, dall’altro consentono ai professionisti di identificare e pianificare interventi di adeguati, specifici e concreti, che abbiano la finalità di diminuire i livelli di stress percepito dai lavoratori e l’impatto che questo ha sulla loro salute e sui livelli di produttività dell’azienda, di migliorare la cultura organizzativa e l’organizzazione aziendale, sia in termini di processi che di relazioni.
E’ infine opportuno sottolineare come la tecnica del focus group sia da considerarsi lo strumento elettivo nelle piccole imprese: nelle aziende con meno di 5 dipendenti, o nei gruppi omogenei con meno di 5 membri, questionari come lo strumento indicatore HSE-INAIL non possono essere usati; ma anche in gruppi poco più numerosi, i questionari presentano limiti di sensibilità e specificità che li rendono potenzialmente inefficaci.
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